Oggi l'informazione sciopera per far conoscere la sua contrarietà alla prossima approvazione del ddl "Intercettazioni". Anche nel web è stata lanciata “La giornata del silenzio della rete” a cui aderiamo anche noi.
E' importante però spiegare i motivi dei blogger che sono contro l'articolo che prevede il cosiddetto obbligo di rettifica; la norma prevede che, nel caso pervenga una richiesta di rettifica di quanto pubblicato, il blogger è costretto a pubblicare la rettifica entro le 48 ore. Sanzioni colpiscono chi non lo fa o non lo fa in tempo.
E' una norma pensata sessant'anni fa per la stampa, e che se imposta a tutti i blog (anche amatoriali) e con le pesanti sanzioni pecuniarie previste, metterebbe di fatto un silenziatore alle conversazioni on line e alla libera espressione in Internet.
In sostanza gli estensori di quella legge hanno pensato che oltre al bavaglio ai giornalisti, aggravato anche da pesanti sanzioni pecuniarie agli editori, si potesse finalmente mettere un vincolo serio ai blogger che dovessero incorrere in una inesattezza grave e quindi nella necessità della rettifica. La questione è già regolata dalle leggi vigenti e può essere azionata da chiunque si senta colpito ma con il nuovo ddl se il blogger non ottempera immediatamente all'obbligo, le sanzioni sono tali da scoraggiare qualsiasi espressione libera da parte di privati che non dispongono né dei soldi né degli avvocati né della voglia di mettersi nei guai.
Ed è questo il punto, non il rifiuto di ripristinare la verità rispetto ad affermazioni false, ma la natura intimidatoria e dissuasiva della misura, che è oggetto della protesta.
Nel caso del nostro sito il pericolo non è rilevante perchè le notizie che diamo sono poche e non "sensibili" ma certamente è un altro colpo alla libertà del web che potrebbe continuare con l'obbligo di un "direttore responsabile" o dell'iscrizione del blog in un registro apposito, ipotesi già contenute in altri ddl depositati in Parlamento e che, burocratizzando la libertà di espressione, introdurrebbero una strisciante ed inaccettabile censura.
Comunque noi non abbiamo paura, per educazione.
E' importante però spiegare i motivi dei blogger che sono contro l'articolo che prevede il cosiddetto obbligo di rettifica; la norma prevede che, nel caso pervenga una richiesta di rettifica di quanto pubblicato, il blogger è costretto a pubblicare la rettifica entro le 48 ore. Sanzioni colpiscono chi non lo fa o non lo fa in tempo.
E' una norma pensata sessant'anni fa per la stampa, e che se imposta a tutti i blog (anche amatoriali) e con le pesanti sanzioni pecuniarie previste, metterebbe di fatto un silenziatore alle conversazioni on line e alla libera espressione in Internet.
In sostanza gli estensori di quella legge hanno pensato che oltre al bavaglio ai giornalisti, aggravato anche da pesanti sanzioni pecuniarie agli editori, si potesse finalmente mettere un vincolo serio ai blogger che dovessero incorrere in una inesattezza grave e quindi nella necessità della rettifica. La questione è già regolata dalle leggi vigenti e può essere azionata da chiunque si senta colpito ma con il nuovo ddl se il blogger non ottempera immediatamente all'obbligo, le sanzioni sono tali da scoraggiare qualsiasi espressione libera da parte di privati che non dispongono né dei soldi né degli avvocati né della voglia di mettersi nei guai.
Ed è questo il punto, non il rifiuto di ripristinare la verità rispetto ad affermazioni false, ma la natura intimidatoria e dissuasiva della misura, che è oggetto della protesta.
Nel caso del nostro sito il pericolo non è rilevante perchè le notizie che diamo sono poche e non "sensibili" ma certamente è un altro colpo alla libertà del web che potrebbe continuare con l'obbligo di un "direttore responsabile" o dell'iscrizione del blog in un registro apposito, ipotesi già contenute in altri ddl depositati in Parlamento e che, burocratizzando la libertà di espressione, introdurrebbero una strisciante ed inaccettabile censura.
Comunque noi non abbiamo paura, per educazione.