Uno studio americano rivaluta un metodo didattico passato di moda e spiega perché è più efficace. ricordare un testo, dei versi o una sequenza di numeri non è nozionismo ma aiuta a elaborare i concetti
"Nel mezzo del cammin di nostra vita...", chi ricorda ancora a memoria passi della Divina Commedia di Dante? Negli ultimi decenni imparare a memoria, ripetere e annotare, era nozionismo sorpassato. Invece no: imparare a memoria, leggere e rileggere, è il metodo migliore per apprendere, fino ai massimi livelli accademici e non solo alle elementari o alle medie.
Imparare a memoria e ripetere, dicono Karpicke e Blunt, psicologi alla Purdue University di West Lafayette, Indiana, Usa, è un metodo molto più efficace per assimilare nozioni e concetti, per averli nella propria memoria e quindi utilizzarli nel ragionamento, in connessioni logiche, rispetto a metodi nuovi come l'uso delle cosiddette "mappe mentali".
E prendere appunti a mano aiuta a ricordare ben più dell'uso della tastiera di un computer perché l'attività motoria dello scrivere è in forte collegamento col cervello.
Ma non è così semplice il processo di apprendimento; tempo fa abbiamo rilanciato un articolo che parlava dei bambini che oggi hanno meno di 12 anni (Nativi Digitali: addio maestra, da oggi si cambia), prima generazione veramente hitech, che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori per i quali "imparare oggi ha la forma di un suk arabo nell'ora di punta".
Difficile immaginare che questa evoluzione possa avvenire in aule strette e cadenti, con classi affollate da - minimo - 27 diavoletti scatenati, 3-4 dei quali "difficili anche se non segnalati", però in grembiulino, con una maestra unica - malpagata - e genitori sindacalisti dei propri figli.
Oddio, il Suk c'è, le tabelline e le poesie si possono recitare in gruppo ... che sia questo il futuro?
"Nel mezzo del cammin di nostra vita...", chi ricorda ancora a memoria passi della Divina Commedia di Dante? Negli ultimi decenni imparare a memoria, ripetere e annotare, era nozionismo sorpassato. Invece no: imparare a memoria, leggere e rileggere, è il metodo migliore per apprendere, fino ai massimi livelli accademici e non solo alle elementari o alle medie.
Imparare a memoria e ripetere, dicono Karpicke e Blunt, psicologi alla Purdue University di West Lafayette, Indiana, Usa, è un metodo molto più efficace per assimilare nozioni e concetti, per averli nella propria memoria e quindi utilizzarli nel ragionamento, in connessioni logiche, rispetto a metodi nuovi come l'uso delle cosiddette "mappe mentali".
E prendere appunti a mano aiuta a ricordare ben più dell'uso della tastiera di un computer perché l'attività motoria dello scrivere è in forte collegamento col cervello.
Ma non è così semplice il processo di apprendimento; tempo fa abbiamo rilanciato un articolo che parlava dei bambini che oggi hanno meno di 12 anni (Nativi Digitali: addio maestra, da oggi si cambia), prima generazione veramente hitech, che pensa, apprende e conosce in maniera differente dai suoi fratelli maggiori per i quali "imparare oggi ha la forma di un suk arabo nell'ora di punta".
Difficile immaginare che questa evoluzione possa avvenire in aule strette e cadenti, con classi affollate da - minimo - 27 diavoletti scatenati, 3-4 dei quali "difficili anche se non segnalati", però in grembiulino, con una maestra unica - malpagata - e genitori sindacalisti dei propri figli.
Oddio, il Suk c'è, le tabelline e le poesie si possono recitare in gruppo ... che sia questo il futuro?